Domandiamoci che cosa è per i giovani la Costituzione. Che cosa si può fare perché i giovani sentano la Costituzione come una cosa loro, perché sentano che nel difendere, nello sviluppare la Costituzione, continua, sia pure in forme diverse, quella Resistenza per la quale i loro fratelli maggiori esposero, e molti persero, la vita.

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Da un vecchio magistrato a riposo, che in cinquanta anni ha percorso con onore tutti i gradi della magistratura dai più umili fino a quello supremo, ho ascoltato queste parole di saggezza:
«Ciò che può costituire un pericolo per i magistrati non è la corruzione: di casi di corruzione per denaro, in cinquant’anni di esperienza, ne ho visti tanti che si contano sulle dita di una sola mano; Read more

Nel giudice non conta l’intelligenza, la quale basta che sia normale per poter arrivare a capire, come incarnazione dell’omo medio, quod omnes intellegunt: conta soprattutto la superiorità morale, la quale deve essere tanta da far sì che il giudice possa perdonare all’avvocato di essere più intelligente di lui.
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Chi entra in Tribunale, portando nel suo fascicolo, in luogo di buone e oneste ragioni, secrete inframmettenze, occulte sollecitazioni, sospetti sulla corruttibilità dei giudici e speranze sulla loro parzialità, non si meravigli se, invece che nel severo tempio della giustizia, si accorgerà di trovarsi in un allucinante baraccone da fiera, in cui da ogni parete uno specchio gli restituirà, moltiplicati e deformati, i suoi intrighi.

(Piero Calamandrei, “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, 1935)

Piero Calamandrei

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Read more

Piero Calamandrei, articolo pubblicato sul decimo numero de “Il Ponte” nel 1946