archivio

Una cornacchia nera come un tizzo,
nata e cresciuta drento ‘na chiesola,
siccome je pijo lo schiribbizzo1
de fa’ la libberale e d’uscì sola,
s’infarinò le penne e scappò via
dar finestrino de la sacrestia.
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Poco tempo dopo il colpo di stato, il governo militare dettò nuove norme per i mezzi di comunicazione. Secondo il nuovo codice della censura, era proibito pubblicare reportages e opinioni non specializzate su qualunque tema. Apoteosi della proprietà privata! Non solo avevano il controllo del territorio, delle fabbriche, delle case e delle persone: adesso sarebbero diventati proprietari degli argomenti. Il monopolio del potere e della parola condannava al silenzio l’uomo comune.

(Eduardo Galeano, “Dia y noche de amor y de guerra”, 1978) 

Per voi una cosa accade quando è cronaca, bella, fatta, impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c’è sotto? Qui manca il chirurgo che ha il coraggio di esaminare il tessuto e di dire: signori, questo è cancro, non è un fatterello benigno. Cos’è il cancro? È una cosa che cambia tutte le cellule, che le fa crescere tutte in modo Read more

C’è un’aria!

Dagli schermi di casa un signore raffinato e una rossa decisa con il gomito appoggiato ti danno il buongiorno sorridendo e commentando con interviste e filmati ti raccontano a turno a che punto sta il mondo.
E su tutti i canali arriva la notizia un attentato, uno stupro e se va bene una disgrazia che diventa un mistero di dimensioni colossali quando passa dal video a quei bordelli di pensiero che chiamano giornali.
C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… Read more

D: Che mondo sogna?
R: Da ragazzo, ho creduto nella rivoluzione come fanno i ragazzi di adesso. […] Ora non ho speranze, quindi non mi disegno nemmeno un mondo futuro.
D: Lei sostiene che la borghesia sta trionfando? Perché?
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Ieri su questo giornale il collega Paolo Franchi ha finalmente ed egregiamente detto quello che si meritava al grande imbonitore del “Porta a Porta” di lunedì sera che, agguantato il boccino di quello che avrebbe dovuto essere un dibattito, lo ha ridotto a monologo, anzi a predica come sempre fa e come sempre ci stupiamo che Read more

Oggi vengo a sapere che, tutti i mesi, il giorno in cui la rivista esce in edicola, un gruppo di persone attraversa il Rio Uruguay per leggerla. Sono una ventina. Alla testa del gruppo, un professore di sessant’anni e dispari che è stato imprigionato per un sacco di tempo. Di buon ora lasciano Paysandù e passano il confine con l’Argentina. Con una colletta, comprano una sola copia di “Crisis” e si accomodano in un bar. Uno di loro legge a voce alta, pagina per pagina, per tutti. Ascoltano e discutono. La lettura va avanti tutto il giorno. Quando hanno finito, lasciano la rivista in regalo al padrone del bar e ritornano al mio paese, dove è proibita. Fosse solo per questo – penso – ne è valsa la pena.

(Eduardo Galeano, Buenos Aires, luglio 1975) 

Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano; il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione) non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.

(Pier Paolo Pasolini, dal Corriere della Sera del 9 dicembre 1973) 

Le differenze maggiori tra i vari canali televisivi sono tuttora le previsioni del tempo.

(Woody Allen) 

Quinto Potere

E perché dico poveri noi? Perché, voi il pubblico, e altri 62 milioni di americani ascoltate me in questo istante, e perché meno del 3% di voialtri legge libri, capito? Perché meno del 15% legge giornali o riviste. Perché l’unica verità che conoscete è quella che ricevete dalla TV. Attualmente da noi un’intera generazione non ha Read more