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Ad ogni modo voi vedete che la battaglia è difficile e delicata e ci vuole una strategia assai fine. Bisogna cloroformizzare, permettetemi questo termine medico, le opposizioni e anche il popolo Italiano. Lo stato d’animo del popolo italiano, che ha un profondo bisogno di pace, è questo: fate tutto ma fatecelo sapere dopo. Non pensateci tutti i giorni dicendo che volete fare i plotoni di esecuzione. Questo ci scoccia. Una mattina quando ci svegliamo diteci di aver fatto questo e saremo contenti, ma non uno stillicidio continuo. Questo ci allontana le simpatie. Non si era mai veduto uno spettacolo in cui un popolo viene mistificato dalla mattina alla sera facendo fotografie di gente che dovrebbe essere in fondo al Tevere, inventando delle medaglie d’argento, stampando notizie la mattina per essere smentite la sera, cercando insomma di alimentare la emotività delle popolazioni le quali però cominciano ad essere stanche, perché non si può, né è umano, né è italiano di inchiodare tutta la storia di una Nazione ad un episodio, sia pure deplorevole. Così a un certo momento vi sarà un rigurgito, la gente dirà: vi è una giustizia, vi sarà un processo, ma non ammettiamo che la storia di quaranta milioni di abitanti sia legata a questo episodio. Del resto la migliore strategia è quella di rimanere al proprio posto. lo ho avuto in quei giorni il senso dell’isolamento, perché i saloni di palazzo Chigi, così frequentati negli altri giorni, erano deserti come una raffica, una bufera vi fosse passata. C’era qualcuno che pretendeva che io facessi un gesto di forza in quei giorni. No signori, allora bisognava tacere. Si può picchiare su un popolo, lo si può spremere con le tassazioni, gli si può imporre una dura disciplina, ma non si può andare incontro a certi sentimenti profondamente radicati. Ebbene che cosa bisogna ora dire? Bisogna dire che il regime non si processa.

(Benito Mussolini, testo integrale del discorso tenuto al Convegno Nazionale del Partito Fascista il 7 agosto 1924)