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Ormai la democrazia presente non contenta più gli animi degli onesti. Essa non rappresenta ormai che un abbassamento di ogni limite, per far credere d’avere innalzato gli individui: mentre non si è fatto che l’interesse dei più avidi e prepotenti. Nelle elezioni trionfa il denaro, il favore, l’imbroglio; ma non accettare tali mezzi è considerato come ingenuità imperdonabile. Alle clientele clericali succedono le radicali, e mutato il cartello la gente resta la stessa. Tutto cade. Ogni ideale svanisce. I partiti non esistono più, ma soltanto gruppetti e clientele. Dal parlamento il triste stato si ripercuote nel paese. Tutto si frantuma. Le grandi forze cedono di fronte a uno spappolamento e disgregamento morale di tutti i centri di unione. Lo schifo è enorme. I migliori non han più fiducia. I giovani, se non sono arrivisti e senza spina dorsale, non entrano più nei partiti. Nelle università manca ogni moto e ogni fervore. La confusione, il disgusto, il disordine son tali che ne risentono anche i migliori.

(Giuseppe Prezzolini, 1910)