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21Feb2012
La prima forma di democrazia è quella così chiamata soprattutto sulla base dell’uguaglianza; e la legge di tale democrazia stabilisce che i poveri e i ricchi non si sovrastino a vicenda e che nessuna delle due classi sia sovrana ma uguali entrambe.
La seconda è quella in cui le cariche dipendono dal censo: chi lo possiede, ha la possibilità di partecipare alle cariche, ma chi lo perde non può più parteciparvi.
La terza forma è quella in cui partecipano alle cariche tutti i cittadini di nascita incensurabile, ma vi impera la legge.
La quarta è quella in cui chiunque può prendere parte alle cariche, ma vi impera la legge.
Quinta e ultima forma di democrazia è quella in cui, fatte salve le prescrizioni precedenti, è sovrana la massa, non la legge. Questo avviene quando sono sovrane le decisioni dell’assemblea e non la legge: e ciò accade per opera dei demagoghi. In realtà, negli stati democratici conformi alla legge non sorge il demagogo, ma i cittadini migliori hanno una posizione preminente. Invece, dove la legge non è sovrana, lì compaiono i demagoghi, dal momento che allora diventa sovrano il popolo. Un popolo di tal sorta, in quanto signore assoluto, cerca di esercitare il potere perché non è governato dalla legge: esso diventa dispotico, dal momento che vi si onorano gli adulatori; una democrazia di tal fatta corrisponde, in proporzione, alla tirannide tra le forme monarchiche. Inoltre, coloro che criticano i magistrati sostengono che il popolo debba giudicare e il popolo, contento, accetta l’invito: di conseguenza tutte le magistrature si sfasciano. Ragionevole sembrerebbe, quindi, il giudizio critico di chi affermi che tale democrazia non sia una Costituzione.
(Aristotele, “la Politica”, IV sec. A.C)