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11Feb2012
Sesso, droga e rock&roll
Mai parlato con uno di questi senzatetto? Tutti dicono che sono pazzi. Ma provate a vivere in strada per un po’ e vedete che idee vi vengono. Non diventate pazzi, vi dico, incominciate a vedere la verità. E cominciate anche a dirlo in giro, a dire come stanno le cose. Ecco perché tengono questa gente per strada. Il sistema ha paura di loro. Paura della loro libertà. La libertà è l’opposto della responsabilità. La libertà è una minaccia al sistema. Ecco perché non c’è quasi più nessuno che si fuma le canne, la libertà fa paura a tutti. Hanno paura che se la gente si fuma una canna e diventa un po’ allegra, capisce che merda di vita fa… e manda tutto per aria. E’ per questo che ho smesso di fare arte, capito? Non c’è più speranza. Che cosa si può fare in una situazione del genere? Mettiamo anche che scriviate un libro, il migliore che sia mai stato scritto, che vada in classifica e lo leggano tutti. Due mesi dopo è dimenticato, e c’è qualche altro capolavoro che tutti devono leggere. O che scriviate una canzone, bellissima, e finiate in superclassifica. Che cosa pensate che vi aspetti, dopo? Al massimo il jingle per lo spot di qualche birra. O che dipingiate un quadro: lo compra un milionario e se lo appende negli uffici della sua compagnia. In passato, i ricchi appendevano alle pareti teste di leone, teste di tigri. Li facevano sentire potenti, sicuri. Oggi il sistema colleziona le menti degli artisti, capite? La notte dorme meglio sapendo che i migliori, i più svegli sono morti dal collo in su. Ecco perché non gli do nessuna soddisfazione. La mia mente me la tengo dentro la testa, dove non possono venire a prendermela. Tutto diventa parte del sistema, capite? E l’unico modo per sfuggire al sistema è non fare nulla. Come faccio io. Voglio dipingere un quadro? Voglio scrivere qualcosa? Lo faccio nella mia testa, dove non possono vedere. Se sapessero quello che penso, amici… sarei già morto.
Eric Bogosian, “Sesso, droga e rock&roll”, 1990