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Guera

No, la burocrazia non c’entra niente, sono loro, ce l’hanno con me, sono nel libro nero, e so perché, è stato l’altr’anno, d’estate, da Fasùl, seduti fuori, parlavamo, che vogliono buttar giù le scuole, vogliono farle laggiù ai Mulini, sta’ buono, va’ là, sono cose che… e io lì m’è scappato detto, come ho detto? “Di sopra ci vorrebbe una scopa e fare pulizia”, ecco, una cosa così, e loro, figurarsi, l’hanno saputo il giorno dopo, hanno tante di quelle spie, e da allora sono segnato, non me ne passano una: leggi, regolamenti, da diventare matto, che sono più di due anni ormai, ma loro, hai voglia, possono passare mille anni, non perdonano, questa, io, è una cambiale che gli ho firmato, e la devo pagare, però non mi conoscono loro a me, tutta la loro prepotenza, io ci piscio sopra, non dico per dire, piscio, davvero, la sera, quando non mi vedono, ma anche il pomeriggio, basta stare attenti, d’inverno, con quei freddi, certo, si fa meglio, la gente esce poco, d’estate invece stanno in giro fino a tardi, però d’estate c’è più soddisfazione, d’agosto, sotto il Voltone, che da lì passa l’assessore al Demanio, te lo do io il Demanio, perché la tengo da scoppiare e quando mi libero sono delle pisciate da cavallo, una puzza che non si resiste, te l’immagini, lì sotto, d’agosto, poi se è libeccio, è che non mi fermo, ho imparato da loro, non perdòno, e non vado a caso, è un tirassegno, perché ce n’è che pisciano in giro, ma pisciano e basta, negli angoli, nel muro di dietro del Ricovero, contro la pompa del distributore della Shell che è chiuso da anni, insomma, dove s’è sempre pisciato, invece io, è tutt’un’altra cosa, è una guerra, piscio sotto l’arco, piscio dall’alto giù per le scale del Comune, che va che corre, piscio contro la porta a vetri della Pro Loco, nelle colonne del Credito, piscio sul palco della banda, ci sono delle notti, mi sveglio che mi scappa, ma non vado mica al cesso, mi alzo, arrivo in piazza, mi metto in piedi sulla fontana e ci piscio dentro, e la mattina dopo passo di lì, come niente, guardo, che bel getto, e rido. Pisciateci voi così!
Raffaello Baldini, “Guera”, 2000