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03Feb2012
È così dunque che, alla Costituzione ancora formalmente e sostanzialmente vigente, si sono volute opporre ipotetiche norme di una mitica Costituzione ancora non scritta, del tutto immaginaria, sulla semplice base di deduzioni ricavate solamente dalla legge elettorale maggioritaria: deduzioni del tutto infondate e senza nessun precedente in qualunque ordinamento costituzionale. A parte i tanti discorsi e spettacoli (televisivi) volti solo a esercitare una seduzione ingannatrice, il conflitto è conflitto tra realtà e mito: si potrebbe anche specificare tra una sana democrazia e i miti antidemocratici, alla fine idolatrici, come quelli della babilonese Regina del cielo, cioè i miti della prepotenza, dell’arrogante occupazione del potere, della conservazione di esso ad ogni costo e contro ogni ragione ed interesse di patria, della palese prevalenza degli interessi privati di un’azienda sull’interesse pubblico della Nazione.
Così la stessa sovranità popolare diventa sempre più una sovranità mitica: a cui in pubblico e nei discorsi seduttori si rende culto e la si sopraesalta, ma di fatto in sostanza la si viola: delegittimando le sue rappresentanze elettive (il Parlamento), tentando sempre più di comprimere l’indipendenza dell’ordine giudiziario, moltiplicando estrose e indebite pressioni sulla Corte costituzionale, e finalmente cercando con ostinazione sistematica di ridurre sempre di più la libertà della suprema magistratura della Repubblica. Pressappoco come Mussolini aveva ridotto la libertà del Re, e Hitler aveva ridotto la grandezza mummificata di Hindenburg.
A una sovranità popolare così mitizzata che cosa potrà ancora restare? Un’ultima illusione: cioè l’illusione di una democrazia diretta! Cioè di essere chiamata ad esercitarsi attraverso referendum, resi sempre più frequenti ed agevoli. Ma anche questa è un’illusione. Invece di una democrazia rappresentativa (parlamentare), con le sue procedure dialogiche e le inevitabili mediazioni di ragioni contrapposte a confronto, si avrebbe una democrazia populista, inevitabilmente influenzata da grandi campagne mediatiche, senza razionalità e appellantisi soprattutto a mozioni istintive e a impulsi emotivi, che trasformeranno i referendum in plebisciti e praticamente ridurranno il consenso del popolo sovrano a un meno applauso al sovrano del popolo. Non si pensi che io vada troppo fantasticando:
– nella realtà sono già presenti e qualificati i soggetti necessari e idonei;
– si sono già escogitati e alquanto messi in prova alcuni passaggi e alcune procedure;
– si sono già verificati o sono in via di verifica certi possibili consensi;
– si è riscontrato il benestare di poteri occulti;
– e forse la tolleranza di alti accreditamenti etici.
E così, o prima o poi – se continuiamo per questa strada – i mistagoghi dell’utopica Seconda Repubblica potranno iniziare tutto il popolo italiano, o per lo meno una gran parte di esso, ai paradisi artificiali della nuova salvezza.
(Giuseppe Dossetti, 20 maggio 1995)