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Immagino che in questo momento ti sentirai un po’ Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio… mh? Lo leggo nei tuoi occhi. Hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità.
Tu credi nel destino? Perché no? Capisco: non ti piace l’idea di non poter gestire la tua vita… Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando.
Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos’è? E’ ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella (metro, piazza, via, ecc.) in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. Quale verità? Che tu sei uno schiavo! Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente.

(Andy & Larry Wachowsky, “Matrix”, 1999)