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23Gen2012
Per voi una cosa accade quando è cronaca, bella, fatta, impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c’è sotto? Qui manca il chirurgo che ha il coraggio di esaminare il tessuto e di dire: signori, questo è cancro, non è un fatterello benigno. Cos’è il cancro? È una cosa che cambia tutte le cellule, che le fa crescere tutte in modo pazzesco, fuori da qualsiasi logica precedente. È un nostalgico il malato che sogna la salute che aveva prima, anche se prima era uno stupido e un disgraziato? Prima del cancro, dico. Ecco prima di tutto bisognerà fare non so quale sforzo per avere la stessa immagine. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna.
(Il 1° novembre 1975, alle quattro del pomeriggio, a casa sua, Pasolini rilasciò a Furio Colombo questa intervista, che sarebbe stata poi pubblicata l’8 novembre con il titolo “Siamo tutti in pericolo”. Il giorno dopo, domenica, il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini era all’obitorio della polizia di Roma.)